mercoledì, giugno 13, 2007

InWeDay 2007

Dalla copertina del libro Uses of blogs
(Axel Bruns & Joanne Jacobs editors)
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Umberto Eco aveva previsto bene: “il PC ci farà diventare tutti un po’ scrittori”.
Ogni rivoluzione determina delle nuove forme di comunicazione. La rete ha dato origine ai blogs, che sono la forma più rivoluzionaria di comunicare.
Il blogging è una specie di scrittura sperimentale. Da una parte c’è la comodità di un’autoedizione gratuita, che lo “scrittore” può curare quanto vuole fino alla sua pubblicazione, e dall’altra l’autenticità di un grido elettronico. Se calcolassimo l’interazione del mezzo, ossia il rapporto tra posts e commenti nell’arco del tempo – con la spontaneità che vige nella rete – vedremmo un risultato complesso ed eccezionalmente interessante, che incorpora un’insieme di metodiche di comunicazione pubblica, che sino ad oggi erano indipendenti tra loro.
Il blog ha le sue leggi: non è un giornale e neanche un libro. Contiene il suo racconto! Viene redatto attraverso dei posts, con dei passaggi a volte violenti, con improvvisi “voli” da un link all’altro, con un montaggio discontinuo. Infatti, non c’è solo la parola scritta, ma c’è la musica, c’è l’immagine ed anche il video. Direi che esiste un corpo, ma è continuamente in “progress”.
Da archeologa, con profonde radici nell’arte del “ricomporre”, trovo questa associazione a livelli multipli, di così tanti “pezzi” della comunicazione, eccezionalmente attraente.
Per questo ad un certo punto, spontaneamente, ho dato vita al mio blog, che non vuole essere una vetrina di presentazione dei miei “gusti”, né una specie di forum per i miei lettori, ma una breccia nel mio mondo e per lo più nella mia verità, che non è composta solo da parole, immagini o video. Il blog ha dato la possibilità alla mia individualità di esprimersi in modo “criptonimo” (cioè con un’identità nascosta), liberandomi e dandomi la possibilità di parlare senza il mantello della “mitoplasia”, senza l’architettura della narrazione ben curata e senza la teatralità dei ruoli discreti.
Sapendo che una pagina web non è un libro e né un giornale, e per tale ragione viene letta con lo “scanning” (semplice scorrere dell’occhio sulla pagina) o con lo “skimming” (lettura solo dell’inizio delle frasi o dei paragrafi), e che solo se esiste qualcosa di interessante il visitatore si sofferma ad una lettura completa, egoisticamente, cerco di soddisfare il mio bisogno di esprimermi, seguendo solo le 8 regole d’oro della scrittura di Kurt Vonnegut e le mie convinzioni, accompagnate dalle loro psicosi.
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3 commenti:

Lynn ha detto...

I agree.
I would also add that we are writing and experiencing what anthropologists will study in the future to make a comment on our age.
I like being a journalist in my own mind.
I love expression, and sharing, and learning.
Happy International Webloggers' Day!

Anonimo ha detto...

«Τα blogs είναι η επιστροφή του ρομαντισμού στη γραφή. Ενώ όλο και περισσότεροι σήμερα γράφουν και δημοσιεύουν «μυθιστορήματα» κυνηγώντας τη φήμη, το χρήμα ή το ξέπλυμα του ονόματός τους, ενώ οι καθαυτό συγγραφείς λειτουργούν όλο και πιο πολύ σαν επαγγελματίες, με ό, τι καταναγκασμούς και σκοπιμότητες συνεπάγεται αυτό, ενώ τα δημοσιογραφικά κείμενα γίνονται όλο και πιο άψυχα, εξαιτίας των φραστικών αυτοματισμών και της μεθόδου του copy-paste, της άκριτης συρραφής αποσπασμάτων από κείμενα κατεβασμένα από το ΄Ιντερνετ, γενικά ενώ η γραφή αναπαράγει σήμερα τον κομφορμισμό της κουλτούρας που την αποθεώνει, οι bloggers ανακαλύπτουν ξανά την επαναστατικότητά της, τις δυνατότητες που κρύβει ως μέσο αβίαστης, αληθινά προσωπικής έκφρασης, την απελευθερωτικά ευρηματική επικοινωνιακότητά της.
Και, αν έχει σημασία μια τέτοια λεπτομέρεια, τα λέει όλα αυτά κάποιος που είναι κάθε άλλο παρά μανιώδης δικτυοπλόος, κοινώς net surfer.
Οι bloggers γράφουν μόνο για το κέφι τους (προσοχή: όχι για την πλάκα τους!), δεν αυτολογοκρίνονται (τα blogs είναι εξ ορισμού η άρνηση της αυτολογοκρισίας) και διαβάζονται από αυτενεργούς αναγνώστες, που η αναγνωστική συμπεριφορά τους απέχει παρασάγγας από τη ληθαργική συμμόρφωση με τις μόδες της βιβλιαγοράς ή από το βιαστικό, μισοαφηρημένο «ξεπέταγμα» των δημοσιογραφικών άρθρων».

Dimitrios

Anonimo ha detto...

.....πλήρης περιγραφή. Υπέροχος όπως πάντα!!!!!!