domenica, dicembre 31, 2006

Buona fine e buon principio...


All'interno della quotidianità che ci circonda, abbiamo, tra l'altro, le nostre speranze ed i nostri desideri, delle "allucinazioni" per certi sogni, appena un passo affinché diventino realtà.
E' appena passato un anno... una verità molto diversa per ognuno di noi. Alcuni si sentono soddisfatti, altri no, sia che abbiano terminato con successo o meno i progetti prefissati. Una questione personale per ognuno di noi!
Al di fuori di tutto questo resta la nostra rinascita, il nostro "riplasmare" l'"Io" arrivando al punto preciso dell'inizio dell'anno. E dopo questo inizio possiamo trovare i sentieri che ci guideranno verso i nostri desideri, speranze e perché no verso le paure di quello nuovo che sta arrivando.
L'anno che sta finendo ha cambiato tante cose in noi, tutti ci siamo trovati, sicuramente, di fronte a momenti difficili, e sarebbe logico allora augurare e sperare in un buon inizio!
Molto giustamente un vecchio detto dice:"Un buon inizio assicura una buona fine..."
Sta per arrivare il nuovo anno e se vogliamo che finisca bene, applichiamo la suddetta formula. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto dobbiamo iniziare il tutto in modo giusto affinché non finisca nello stesso modo.
Arrivando a questo punto così decisivo dell'anno, tutti noi, senza dubbio, miriamo ed auguriamo che sia il nostro migliore! Qualsiasi siano i nostri progetti, i nostri scopi, i nostri sogni, che cominciamo il 2007 con entusiasmo e gioia per conquistarli.
Teniamo viva la fede nella nostra vita.
Se ne sta andando, sì, un anno e sta per dare la mano al nuovo che inizia. Ed è come una vita breve che comincia nel mese di Gennaio e prende forma, "stravasando" in primavera, arriva ad una completezza eccelsa nei giorni lucidi dell'estate, si indebolisce nei dorati giorni autunnali, per morire nell'ultimo secondo dell'ultimo giorno dell'anno che sta andando... e proprio in quel momento il vecchio se ne va e nasce il nuovo, all'interno di questo immenso ciclo luminoso della vita.
Vorrei dire, che basta soltanto venire in contatto con lo sguardo innocente di un bambino per rinnovare tutte le nostre forze, desiderando un mondo migliore, meno disumano e con più lacrime di gioia!
Auguro che il nuovo anno sia più umano, più pacifico, con nuovi orizzonti nei pensieri e nelle azioni... e che porti salute e felicità a tutti noi!
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Buon 2007!

domenica, dicembre 24, 2006

Una favola per Natale e... per tutta la vita!

Per i miei auguri natalizi vorrei regalarvi una favola, una favola didattica - come del resto lo sono tutte - una favola il cui significato vorrei che vi colpisca nell'anima e vi aiuti a ritrovare il senso della vostra esistenza.
C'era una volta una donna che si prendeva cura del giardino di casa sua, quando all'improvviso vide tre anziani, carichi delle esperienze della vita, che si avvicinavano all'ingresso della casa.
Nonostante non li conoscesse, rendendosi conto della loro stanchezza e fame, gli offrì di entrare a mangiare.
Loro le chiesero: "Tuo marito è in casa?"
"No, non è qui", rispose lei
"Allora non possiamo entrare", le risposero gli anziani
"Ci mettiamo qui fuori e aspettiamo che lui torni".
Quando rientrò a casa, la donna gli raccontò l'accaduto.
"Possono entrare..." rispose lui.
La donna uscì fuori ed invitò nuovamente gli anziani ad entrare in casa.
"Non possiamo entrare tutti e tre insieme", risposero gli anziani.
La donna, sorpresa, chiese perché!
Il primo, allora, dei tre le spiegò e cominciò a presentarsi: "Io sono la Ricchezza le disse" e le presentò dopo il secondo, che era la Felicità. Ed, infine, il terzo che era l'Amore.
"Adesso", le disse, "vai da tuo marito e decidete chi di noi tre può venire a casa vostra".
La donna rientrò e raccontò ciò che gli anziani le avevano detto.
L'uomo, sorpreso, disse: "Siamo fortunati! Invita la Ricchezza! In questo modo avremo tutto ciò che desideriamo".
La moglie però non era d'accordo e proprose di invitare la Felicità.
La loro figlia, che li ascoltava in un angolo, disse: "Non sarebbe meglio invitare l'Amore? Non sarebbe bello se la nostra casa fosse piena d'amore".
"Perché no", rispose il marito, "vai fuori e chiedi all'Amore di entrare a cenare con noi".
La donna uscì e chiese: "Chi di voi è l'Amore? Lui può passare!"
L'Amore, allora, si alzò e fece per entrare in casa... e gli altri due lo seguirono!
La donna, sorpresa, chiese alla Ricchezza e alla Felicità: "Abbiamo inviatato, come ci avete detto solo l'Amore, come mai entrate anche voi?"
E risposero i tre anziani assieme: "se aveste invitato la Ricchezza o la Felicità gli altri due sarebbero rimasti fuori. Invitando l'Amore... ove va esso andiamo anche noi con lui!"
Non è importante dove! Non è importante come! Ovunque c'è amore ci sarà sempre ricchezza e felicità!
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Buon Natale a tutti!

lunedì, dicembre 18, 2006

Il "peso" delle ricette

Gli storici raccontano che l’armatura completa del legionario romano pesava circa 30 Kg. Se consideriamo che nel periodo delle campagne di guerra le legioni romane percorrevano parecchi chilometri e che una battaglia poteva durare parecchie ore, i legionari dovevano avere una grande riserva di forze al solo scopo di muoversi. Diamo ragione allora a certi romani, che nei suoi scritti Giulio Cesare critica ferocemente, che sottolineavano lo sbaglio fatto nell’aver aggiunto all’armatura degli ornamenti di metallo, bracciali e cinture, che aumentavano la difficoltà non solo nel muoversi, ma anche nello stendere la mano e nell’inginocchiarsi.
Ogni ricetta proposta per le festività (da riviste, blog...) ha la particolarità di abbellire il peso della continua ricerca del “diverso”. Per me, le ricette proposte sono sempre lo stesso oggetto con l’immagine del legionario davanti allo specchio...
Che cosa è necessario? Che cosa è superfluo? Che cosa è possibile? Che cos è abbinabile? Che cosa è inabbinabile?
Ho fatto riferimento all’esercito allo scopo di tener conto delle proprietà che in esso vigono: ordine, uniformità e rispetto delle regole. Queste stesse proprietà devono essere rispettate in tutte le ricette scelte e proposte.
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Croccante ai pistacchi
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Ingredienti: 400 gr di miele di timo; 400 gr di pistacchi non salati, ½ cucchiaino di lavanda macinata.

In una casseruola versiamo il miele e lo facciamo cuocere fin quando raggiunga la temperatura di 130°C. La togliamo dal fuoco ed aggiungiamo i pistacchi e la lavanda. Mescoliamo e stendiamo il composto su una superficie antiaderente (tavola di marmo o tagliere di silicone) per lo spessore di 1 cm. Lasciamo raffreddare e tagliamo i croccanti nella forma che vogliamo.

venerdì, dicembre 15, 2006

... l'eternità è un attimo...

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Per tutti quegli attimi che fanno sì che la vita sia vera!
Buon week-end.

martedì, dicembre 12, 2006

La mia cucina... il centro del mondo.

Controllo la mia cantina, carico il mio I-pod con musica regalatami dalla rete, conto i giorni sul calendario; con una mano metto in ordine le ricette che ho già scelto e con l’altra organizzo la lista con i nomi: non è che ho dimenticato qualcuno? Parenti, amici... tutti lì.
Devo sterilizzare decine di vasetti di diverse misure e scendere sotto casa per comprare i cesti.
Mi sto organizzando! Nelle feste di quest’anno regalerò delle bontà fatte con le mie mani, nella cucina di casa mia: marmellate, cioccolatini, biscotti, confetture, piccole cose “da gourmet” che a tutti fa piacere avere nella propria dispensa e frigorifero, ma che la pigrizia non lo permette.
Siamo a Dicembre e nella cucina di casa mia festeggerò gli ultimi giorni del 2006 uno ad uno, cucinando i regali per le festività. Seleziono gli ingredienti buoni ed economici; la cucina “casareccia” assorbe la sua forza prima dal cuore e poi dal portafoglio, ed ha lo scopo di “conquistare”, di trasportare amore e calore e non di far una figura “economica” con ingredienti cari.
Nella preparazione avrò bisogno di mani amiche: sbucciare, tagliare frutta e verdura, scrivere le etichette con inchiostro e lettere calligrafiche!
Aspetto con impazienza i pomeriggi di Dicembre, quando ci raccoglieremo in cucina, bevendo vini novelli, con sorrisi e musica, salutando il tempo minuto per minuto, cucinando, filosofando e facendo progetti per l’anno che sta per venire a trovarci tra pochi giorni.
Scendo a piazza Vittorio con le mani in tasca ed ogni due passi mi soffermo ad “assaporare” gli odori che emanano i banchi del mercato, per “odorare” i suoni delle lingue, per perdermi tra i venditori, professionisti e non – che da tutti i punti del mondo si sono incontrati per comprare e vendere gli ingredienti più improbabili che si incontreranno nelle casseruole più ispirate.
Le persone mi affascinano, sto per andare in un ristorante egiziano e trasformare i suoni e gli odori in gusto, ma le luci di Natale mi riportano alla realtà!
Voglio tornare subito a casa, alla mia cucina. E’ l’undici di Dicembre e per i prossimi quattordici giorni farò sì che la mia cucina diventi il centro delle festività di quest’anno, farò sì che la mia cucina diventi il centro del mondo.
Oggi vi posto una delle ricette prescelte...
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Torrone con mandorle e pistacchi.
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Ingredienti: 220 gr di zucchero, 150 gr di miele, 100 gr di acqua, 50 gr di glucosio, 40 gr di albumi, 300 gr di mandorle pelate, 125 gr di pistacchi non salati, zucchero a velo, 2 gr di olio di masticha.

Facciamo bollire in una pentola lo zucchero, l’acqua e il glucosio. In un’altra pentola facciamo bollire il miele. Montiamo gli albumi a neve e aggiungiamo poco alla volta, ma di continuo, il miele. Iniziamo a battere il miscuglio di zucchero e quando raggiunge la temperatura di 145°C aggiungiamo un poco alla volta, l’albume con il miele. Continuiamo a battere per 25 minuti circa e poi aggiungiamo le mandorle, i pistacchi e l’olio di masticha. Spolveriamo il fondo di una teglia (del diametro di 16x16 cm) con lo zucchero a velo, ci versiamo sopra il composto e lo spolveriamo sopra con altro zucchero a velo. Lasciamo freddare e tagliamo a cubi.

mercoledì, dicembre 06, 2006

Cucina tradizionale... un mare di sapori

La cucina non interpreta il mondo come l'arte e dà un'altra versione della grande questione filosofica del tempo, in quanto lo annulla. Cucinando le ricette delle nostre nonne teniamo nelle mani almeno cent'anni. Li teniamo! Li tocchiamo! Cucinando, gli attimi si ripetono e si immortalano su un tavolo durante il pasto.
Roland Barthes nel libro Psicosociologia dell'alimentazione dice: "alla fine il cibo perderà in sostanza e guadagnerà in funzionalità [...] ma all'interno della severità del contrasto tra il lavoro ed il rilassamento, è in pericolo la funzione festosa della cucina tradizionale".
La cucina "casareccia" di un tempo assorbiva la sua forza prima dal cuore e poi dagli ingredienti umili, ed aveva lo scopo di avvicinare e di trasportare amore e calore.
La cucina tradizionale trasporta il gusto dalla superficialità cosmopolita e la fa atterrare sui sensi e sui sentimenti. E' l'onda muta dell'oceano che affronta la quotidianità in modo profondo e leggero assieme.
L'arte del cuoco-sciamano eccita il corpo e rilassa il cuore.
Spunto di questo post è stata l'ultima ricetta proposta dalla Cuocarossa.
Prometto di tornare sull'argomento della cucina tradizionale perché la rivoluzione gastronomica è ante portam.
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Spinaci, riso e orata
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Ingredienti: 100 gr di porri finemente tagliati, 100 gr di cipolline fresche finemente tagliate, 500 gr di spinaci puliti e tagliati, 150 gr di riso, 1 e 1/2 Kg di orate sfilettate, 100 ml di vino bianco, 100 ml di acqua, 60 ml di olio extravergine di oliva, 1 mazzetto di aneto finemente tritato, un piccolo mazzetto di menta finemente tritata, 1 mazzetto di finocchietto, il succo di 1 e 1/2 limone, sale e pepe.

Soffriggiamo i porri e la cipollina fin quando si appassiscono. Alziamo la fiamma ed aggiungiamo gli spinaci, lasciando che tutta l'acqua che rilasciano si assorba. Aggiungiamo il riso, e dopo un minuto l'acqua ed il vino. Abbassiamo la fiamma, coperchiamo e lasciamo cuocere per 25 minuti. Quando il riso è cotto, lo togliamo dalla fiamma, aggiungiamo le erbette, il succo di limone, saliamo e pepiamo. Tagliamo i filetti di orata in circa 20 filettini, li saliamo e pepiamo e li facciamo soffriggere in po' di olio, un paio di minuti per lato.